Volti. Iniziativa culturale online

giovedì 17 dicembre 2020
Salò

Il nostro Ateneo negli ultimi tre anni, nel periodo di Avvento, ha realizzato in collaborazione con la Parrocchia di Salò una serie di incontri - chiamata "Volti" - con l’intento di narrare attraverso opere d'arte e musica un percorso speciale di avvicinamento al Natale.

In questo anno di pandemia non ci è stato possibile riproporre questa iniziativa in presenza, ma ci è parso di buon auspicio continuare la tradizione attraverso i canali social della nostra Accademia (Facebook e Instagram) proponendo, ogni martedì fino all’Epifania, una serie di quattro opere di artisti la cui vita e attività è stata strettamente legata alla riviera benacense.

È nostro desiderio che il messaggio veicolato da secoli attraverso questi dipinti giunga a voi come un augurio, a simboleggiare come la Bellezza narrata attraverso l'Arte abbia sempre saputo risplendere nella storia dell'umanità, nonostante il buio che più volte, in modi diversi, ne abbia cercato di smorzare lo splendore.

 

 

 

Zenon Veronese (Verona, 1484 – Salò (BS), 1552/1554), l’Adorazione dei Pastori, Salò (Bs) Duomo di S. Maria Annunciata.

 

Il dipinto fu realizzato intorno 1518/1520, come testimoniato dai pagamenti conservati in archivio, su commissione della famiglia Scaino. L’opera stilisticamente presenta influenze venete, in modo particolare del Tiziano di quegli anni e di Palma il Vecchio, seppur mediate dalle soluzioni messe in campo in quello stesso periodo a Verona dal Torbido.

Inserita in uno degli amboni del duomo salodiano, ha perso nel corso del XVI secolo il suo pendant dedicato a S. Caterina, poi sostituito con una tela del Celesti raffigurante l’Adorazione dei Magi.

Il pittore ha raffigurato l’episodio della Natività di Cristo in uno spazio aperto, al centro di un emiciclo formato da rovine dal sapore classicheggiante. Il Divino Infante è rappresentato con le fattezze di un bimbo sgambettante, di grande vivacità, sotto lo sguardo vigile della Madonna e quello quasi corrucciato di S. Giuseppe. Oltre la scena in primo piano una corte di angeli musicanti guida alla grotta un gruppo di pastori, il cui corteo sembra perdersi sullo sfondo, dove uno di essi continua a dormire accanto al suo gregge.

Di Zenone sono note almeno altre due opere di soggetto analogo (una conservata nella chiesa parrocchiale di S. Felice del Benaco e una in collezione privata), anche se questa sembra essere quella meglio riuscita, mostrando un livello qualitativo tipico della maturità della sua produzione, estremamente accurato nelle descrizioni più minute dei particolari, quasi calligrafico, caratteristica che pare abbia sviluppato durante la sua formazione, che è stato ipotizzato sia avvenuta presso una bottega veronese di miniatori.

 

(a cura di Andrea Crescini)

 

 

 

 

 

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