La presenza del lago, il più grande lago italiano, favorisce condizioni climatiche uniche in alta Italia, che hanno permesso l’evoluzione di una straordinaria biodiversità. Questo territorio è quindi una risorsa preziosa che va tutelata. Conservare la biodiversità non significa solamente mantenere la diversità nelle forme di vita presenti sul territorio, ma anche salvare patrimoni culturali unici che, con il pretesto dello sviluppo, potrebbero essere definitivamente persi. Il problema quindi non riguarda più solo la comunità scientifica, ma l’intera società civile. La perdita della biodiversità è il risultato di processi socio-culturali ed economici che producono un notevole calo di ricchezza poiché, insieme alle specie e alle varietà, scompaiono paesaggi, sistemi produttivi, saperi e culture locali ad esse legati. Ecco perché fa parte della nostra responsabilità salvaguardare un patrimonio tanto fragile nella convinzione che tutelare l’ambiente significa anche garantire la qualità della vita per noi e per le future generazioni. Per tali ragioni il Parco si è da sempre battuto per la tutela e la salvaguardia delle eccellenze e delle unicità del proprio territorio.
L’ idea progettuale denominata “Il Carpione nel Garda”, voluta dai Gardesani, e di cui il Parco se ne è fatto portavoce, ha come obiettivo la conservazione della specie Salmo carpio, al fine di evitarne l’estinzione dalla Terra. Specie ittica classificata “in pericolo (EN – LISTA ROSSA IUCN)” nella “Lista Rossa dei vertebrati italiani minacciati” (2013), costituita dalla sola popolazione del Lago di Garda. Un endemismo con distribuzione puntiforme, che l’evoluzione biologica ha plasmato in migliaia di anni regalandolo alla popolazione lacustre gardesana: una perla dal valore inestimabile, unica al mondo. Noi residenti siamo, di diritto e di dovere, tutori delle future generazioni ed è nostra responsabilità tutelare e conservare questo tesoro.Il suo legame con la storia dell’uomo si perde indietro nel tempo: presente sulle tavole di aristocratici e nobili Romani, era già allora considerata una pietanza preziosa. Protetto dalla Repubblica di Venezia con un apposito decreto (1464), che ne vietava la cattura durante il periodo della frega, veniva servito nei banchetti pubblici come piatto d’onore.La competitività della destinazione turistica si fonda sulla valorizzazione dell'unicità dei prodotti del territorio, della cultura e degli elementi ambientali. Il Carpione è tutto questo.Con questo progetto il Parco Alto Garda Bresciano si fa portavoce del territorio, che sente l’urgenza di forti e duraturi interventi di tutela e recupero della specie. La sua estinzione, oltre che una perdita di biodiversità, per i Gardesani rappresenta primariamente una perdita di parte della loro storia e della loro identità.Dalla volontà di associazioni di pescatori, pescatori professionisti, società private e cittadini nasce questo progetto che si pone come obiettivi primari:
-Sostenere ed incrementare la residua popolazione ittica naturale con azioni dirette nel lago
- Consolidare sul territorio una rete operativa di persone e strutture
-Coinvolgere nel programma d’azione tutti i fruitori del lago
- Promuovere l’uso sostenibile e consapevole della risorsa.
Ruggero Bontepi (Naturalista, Giornalista e Divulgatore scientifico) Fauna e wilderness, espressioni della natura selvaggia gardesana
Il territorio del Parco alto Garda bresciano accoglie numerosi contesti caratterizzati da condizioni di elevata naturalità, in particolare nelle sue porzioni più interne. Si tratta di zone che richiedono talvolta accessi lunghi e da percorrere esclusivamente a piedi, e che per questo mostrano una ridotta frequentazione e assenza di interventi antropici. Tra le zone che possiedono tali caratteristiche le più significative ricadono all’interno dei comuni di Gargnano, Magasa, Valvestino, Tignale e Tremosine, e compongono un ventaglio di opportunità di straordinario interesse per quanti desiderano sperimentare, nel massimo rispetto di tutte le componenti biotiche e abiotiche, l’anima costitutiva del parco nella sua dimensione autenticamente selvaggia. Allo stato attuale il Parco alto Garda bresciano è l’unica zona della Lombardia ad accogliere un’area wilderness ufficialmente riconosciuta. Si tratta della Val di Vesta sul territorio di Gargnano, gestita dall’ERSAF e affacciata sul grande fiordo occidentale del lago artificiale di Valvestino. La presenza di contesti naturali isolati, ma anche di estese zone a copertura forestale caratterizzate dalla disponibilità di risorse alimentari e di ricoveri, ha attirato nel corso di questi ultimi anni alcune specie animali di notevole interesse ecologico e conservazionistico quali l’orso bruno e la lince, alle quali si è aggiunto recentemente anche il lupo.
Stefano Armiraglio (conservatore Museo di Scienze Naturali di Brescia e Museo del Parco Alto Garda Bresciano) Flora e comunità vegetali
La regione gardesana è posta al confine tra la regione medioeuropea e quella mediterranea, i suoi territori coincidono inoltre con il limite dell’ultima massima avanzata dell’antico ghiacciaio del Garda, avvenuta all’incirca 18.000 anni fa. Le rocce sedimentarie che caratterizzano la regione si estendono pressoché ininterrottamente sino alla penisola Balcanica e creano un corridoio naturale attraverso il quale la flora specializzata ha potuto diffondersi.
Il paesaggio, caratterizzato da pareti rocciose strapiombanti, pinnacoli e aridi versanti di rocce dolomitiche che si elevano rispetto a fertili altopiani calcarei, e ospita un gran numero di specie vegetali alcune delle quali uniche.
L’insieme delle specie vegetali costituisce la flora, in altri termini la biodiversità vegetale della regione gardesana, le cui combinazioni floristiche determinano la costituzione delle comunità vegetali. Queste ultime sono una parte cospicua del capitale naturale, i cui “interessi” sono a nostra quotidiana disposizione attraverso i loro “servizi ecosistemici”.